È il 24 ottobre e il nostro cortile oggi si anima di ragazzi in festa, di amicizia, di musica, di profumo di
caldarroste per la tradizionale castagnata che ogni casa salesiana in questo periodo organizza per chi vive e
ama gli ambienti di don Bosco.
La castagnata è una tradizione che risale ai tempi di don Bosco stesso e ricorda un fatto che profuma di
buono ma soprattutto di miracolo e vi raccontiamo il perché riportandovi un fatto reale e documentato di
quei tempi.
È il 1849, siamo ai primi di novembre, una domenica, e don Bosco accompagna i suoi giovani al camposanto
a ricordare i defunti promettendo al ritorno, per ciascuno, una buona quantità di castagne cotte e fumanti.
Il gruppo si muove mentre mamma Margherita resta a casa a cuocere. Giusto il tempo di portare a termine
la cottura e i ragazzi sono di ritorno. Ma qui ci si rende conto che le castagne sono poche rispetto al gran
numero di giovani in fila con il cappello in mano come contenitore dove mettere il premio promesso. Don
Bosco versa un mestolo bello pieno di castagne nel primo cappello, poi nel secondo, nel terzo… e le
castagne nella pentola man mano si esauriscono. Il suo amico Buzzetti, che lo aiuta nell’operazione, gli fa
notare che le castagne non basteranno per tutti soprattutto se il mestolo versato è tanto pieno. Don Bosco
che la sa molto lunga su cosa voglia dire confidare in Dio e nella Provvidenza non si perde d’animo, in cuor
suo affida quei ragazzi a Maria, e risponde al suo amico “Le ho promesse e non voglio mancar di parola”
sicuro che un aiuto dal Cielo arriverà. Ed ecco che mestolo dopo mestolo le castagne non solo bastano per
tutti ma ne avanzano ancora una dose per don Bosco e una per mamma Margherita.
Così quelle castagne continuano di anno in anno, di casa salesiana in casa salesiana a moltiplicare il ricordo
della fiducia nelle meraviglie compiute dal Signore, dell’Amore con la A maiuscola che don Bosco voleva ai
suoi ragazzi e dei miracoli che quell’Amore tanto grande ha fatto e continua a fare.