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Storie di allievi che hanno fatto strada. Oggi incontriamo Daniele De Faveri.

Daniele, intanto grazie per il tempo che ci dedichi. Ci racconti qualcosa di te?

Beh, che mi chiamo Daniele ce lo siamo detti, ho anche un cognome che fa: De Faveri. Ho 20 anni e oggi sono fiero del lavoro che faccio.

Una bella presentazione! Com’è che ci conosciamo? 

Eh… AL CNOS-FAP sono di casa, a Vigliano Biellese ho frequentato per 3 anni il corso per diventare Operatore Elettrico. Dopo la qualifica ho deciso di proseguire fino ad ottenere il diploma professionale ed ho così frequentato il quarto anno al termine del quale mi sono specializzato in programmazione e progettazione di impianti di produzione.

Cosa ti porti via dai quattro anni al CNOS di Vigliano?

Ricordi belli, amici, compagni e la consapevolezza che in quei quattro anni sono cresciuto dal punto di vista umano e da quello professionale.

Come è cambiata la tua vita dopo il diploma?

Dopo il diploma professionale ho scelto di proseguire gli studi presso l’Istituto Professionale “Gae Aulenti” IPSIA di Biella, dove mi sono diplomato anche come tecnico manutentore.

E dopo? È arrivato il lavoro?

In realtà ho “respirato” il lavoro già durante il mio percorso di studi nel quale ho avuto la possibilità di sperimentarmi in azienda per 6 mesi corrispondenti al periodo di stage previsto per il mio percorso e poi per due anni mi sono impegnato in percorsi di alternanza scuola lavoro. É stata un’esperienza che mi ha insegnato molto permettendomi di avvicinarmi al mondo del lavoro.

E quando ci sei entrato in questo “mondo del lavoro”?

Tutto è avvenuto grazie ad un mio insegnante del CNOS-FAP che, quando ha ricevuto la richiesta da parte di un’azienda biellese per un tirocinante, ha fatto il mio nome. La ditta è la Pinter Caipo, azienda del gruppo Pinter, leader nel mercato delle soluzioni tecnologiche per filature e tessiture. Ho fatto il colloquio e mi è stato proposto un tirocinio di 6 mesi. Ho pensato che fosse un buon inizio.

E lo è stato? È stata un’esperienza positiva?

Molto! Ci ho “dato dentro” e l’azienda deve averlo notato e apprezzato in quanto, dopo circa 3 mesi, sono stato convocato dai miei superiori che mi hanno comunicato che erano contenti del mio lavoro e del mio impegno e mi hanno proposto un contratto a tempo determinato della durata di un anno come tecnico montatore di sistemi.

Caspita! Un bel cambiamento di prospettiva!

In realtà mi sono accorto presto che era solo il primo di tanti cambiamenti. Grazie alla mia nuova mansione mi sono trovato spesso con la valigia in mano: Spagna, Portogallo, Romania, Austria…

Un bel girovagare!

Si, ed era solo l’inizio. Alla scadenza del contratto, infatti mi è stato proposto un contratto a tempo indeterminato. È stata per me una sorpresa e una gioia a soli 19 anni raggiungevo un obiettivo che per molti anche più grandi di me rimane un sogno.

E poi?

Poi ho rifatto le valige e ho ricominciato a viaggiare ma la cosa deve esserci un po’ “scappata di mano”. Se all’inizio mi muovevo in territorio europeo nel giro di poco mi sono trovato dall’altra parte del mondo: Argentina, Perù, Stati Uniti, Sud Africa, Turchia.

Caspita! Un globetrotter!

Si. Partivo, lavoravo circa un 1 mese poi ritornavo in Italia. Pronto per rifare le valige e ripartire. In effetti in un anno la mia vita è cambiata radicalmente. Ho iniziato a vedere poco la mia famiglia, la mia fidanzata, i miei amici e i miei colleghi, ma ero comunque felice.

Come ti sei sentito in questo turbinio di esperienze?

All’inizio ho pensato che fosse solo l’inizio, l’adrenalina di una nuova esperienza ma in realtà era diventata la mia vita. Non ero più nella pista di decollo ma ero in pieno volo e la rotta non mi dispiaceva affatto.

Hai avuto paura in questo “volo”?

Caspita! Come non averla viaggiando per il mondo da solo e ritrovandosi davanti a situazioni a volte impreviste. Spesso mi sono chiesto dove fossi finito o quando sarei tornato a casa. Erano sensazioni strane, a volte confliggenti. Ero felice e impaurito allo stesso tempo.

Cosa ti ha aiutato?

Fondamentalmente sapere che il mio lavoro era apprezzato. Una cosa che mi ha motivato moltissimo p stato sapere dalla mia azienda che un cliente aveva elogiato il mio lavoro e il mio impegno. L’essere apprezzato mi ha reso orgoglioso e ripagato di tanti sacrifici.

Daniele insieme al titolare della ditta peruviana che ha particolarmente apprezzato il suo lavoro

Avrai tenuto il conto delle “ore di volo”. Quanto sei stato fuori Italia?

In un anno ho lavorato fuori casa circa 160 giorni. Giorni intensi e differenti: ritardi nelle consegne, problemi da risolvere, pezzi sbagliati. Gli imprevisti fanno parte della quotidianità con il “pepe” di doverli affrontare per metà dell’anno distante da casa. Una bella sfida.

Daniele, racconti un vissuto di un lavoratore con una lunga esperienza ma…

Si! Ma rimanevo un ragazzo di 19 anni che oggi ne ha 20 con tante responsabilità ma che grazie al sostegno dell’azienda e della mia famiglia ogni giorno supero.

Cosa ti sentiresti di dire a chi oggi siede su uno dei tuoi banchi al CNOS?

Gli direi che mi sono impegnato, che da 2 anni lavoro come montatore esterno. Che ogni girono, quando non volo, entro in azienda e posso dire di essere fiero di me stesso, di aver imparato un lavoro, lo spagnolo e l’inglese. Gli direi che possono raggiungere traguardi bellissimi e che possono essere felici. Gli direi di non mollare mai, di credere sempre nelle loro potenzialità e nei loro sogni come ho fatto io!

Grazie Daniele! Buon volo allora!

Grazie a voi, per gli anni della scuola e per la possibilità di raccontare la mia esperienza.